Se c'è una cosa con cui sto facendo i conti, fisicamente e mentalmente, questa è la frenesia quotidiana in cui mi trovo a vivere. Mi sento all'interno di un vortice in cui devo per forza andare avanti e cercare di non cadere, accelerando sempre più i tempi. Quando esco di casa mi vedo come lo space shuttle, lo stesso sistema di propulsione, fiondata letteralmente nel mondo! Soltanto che i miei booster sono il mutuo da pagare, le bollette, le tasse, una figlia da crescere e via dicendo; e la mia missione non è arrivare su Marte ma semplicemente trovare un equilibrio.
E' per questo che ho ripreso a scrivere e a leggere con più frequenza, non voglio "campare", voglio vivere; non voglio essere risucchiata dal vortice, voglio avere la possibilità di fermarmi, di pensare, di assaporare la vita; non voglio prevalere sugli altri, non voglio essere come mi impone la società, non voglio essere perfetta, voglio essere quella che sono.
Manca sempre più la pazienza, la riflessione, il saper attendere.
Nella cultura giapponese esiste un concetto chiave: kitai.
Kitai è una sensazione di attesa, una pausa tra gli eventi. E' un concetto dove attesa e pazienza si fondono, ad esempio nel mondo imprenditoriale giapponese vengono considerati una forma di saggezza e di ragionevolezza la pianificazione a lungo termine e la paziente attesa di un risultato.
Kitai è anche un concetto etico di rispetto, lealtà e gratitudine verso gli altri e verso un benessere collettivo.
Invece ci siamo abituati a pensare che dobbiamo ottenere tutto e subito, senza neanche pensare a quello che stiamo facendo, senza farci domande, senza ponderare, cercando di arrivare ad obiettivi stabiliti da altri, competendo con altri individui come se la competizione fosse il metro di misura per essere accettati in questa vita.
Ognuno ha le sue caratteristiche, ognuno ha le sue qualità e i suoi punti deboli, ognuno ha i suoi tempi.
Dovremmo rispettarci un pò di più.
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